Giovanni Cobolli Gigli è stato intervistato da Luca Curino della Gazzetta dello Sport. Questo è lo stralcio integrale dell'intervista:
Juve da scudetto, dice Prandelli: è davvero così?
“Facendo i dovuti scongiuri, mi auguro proprio che abbia ragione”.
Vi ha piazzati in prima fila, davanti alla Roma, al Milan e alla stessa Fiorentina. E’ una griglia attendibile?
“Il destino può sovvertire qualunque pronostico, specialmente nel calcio: basta una giornata storta per cambiare certe gerarchie. Però in questo caso si tratta della valutazione di una persona molto competente. Il che, oltre a confortarmi, mi fa particolare piacere”.
Perché?
“Perché stimo molto Prandelli, che ricordo grande calciatore e che sta facendo cose altrettanto belle da allenatore. Oltretutto in un contesto felice come quello della famiglia Della Valle, che sta dando una precisa e fortunata impronta di gestione alla Fiorentina. Sono contento che questo attestato di stima per la Juventus arrivi proprio da lì”.
Prandelli basa la sua valutazione sulla vostra fame e sul fatto che vi siate mossi prima degli altri sul mercato: che cosa manca?
“Un centrocampista, e stiamo lavorando sui due o tre nomi che sapete. L’importante è fare un buon acquisto e i buoni acquisti si fanno al momento opportuno”.
Significa che c’è una graduatoria di valori?
“Vogliamo un centrocampista di valore alla cifra giusta e quando sarà il tempo Blanc tirerà la rete. Credo che nel giro di una settimana sapremo chi è e ci auguriamo che ci permetta di essere competitivi non solo in campionato. Sapete, ho un debole per la Champions e spero che in Europa si vada più avanti possibile”.
La stagione comincia oggi: ci sarà anche lei al raduno?
“No, ho un altro impegno non meno piacevole. Andrò a trovare Boniperti per i suoi 80 anni, anche per portargli il regalo di tutta la Juventus, qualcosa che renda palese l’affetto e l’ammirazione per un grande esempio umano e sportivo che ha raggiunto un traguardo importante come questo”.
Quando giocava lei era un bambino: se lo ricorda?
“Come no. Anzi uno dei primi ricordi della mia infanzia è una sua foto a colori mentre colpisce un pallone al volo in posizione acrobatica: un gesto atletico talmente bello e composto che mi impressionò. Forse per quello diventai suo tifoso e ogni tanto persino io che ero piccolo notavo qualche differenza caratteriale fra lui e Sivori”.
Come dirigente, invece?
“Si è dimostrato oltre che un grande uomo di sport anche un ottimo uomo di affari, non solo per quel che riguarda i giocatori. Io lo conobbi in quella fase, quando ero alla Fabbri e lui ci affidò Hurrà Juventus. L’ho ritrovato due anni fa, nella sede della Ifil, prima di diventare presidente e oggi sono felice e onorato dell’ottimo rapporto che abbiamo. Gli devo qualcosa”.
Che cosa?
“Ricordo con piacere e gratitudine un suo intervento durante un’assemblea piuttosto accesa, un paio d’anni fa. Eravamo sottoposti al fuoco delle domande degli azionisti sulle conseguenze di Calciopoli, e lui in modo gratuito e spontaneo prese il microfono per parlare in favore della nuova gestione. Ci chiamò ragazzi, altra cosa della quale gli sono ancora grato”.
Il suo miglior colpo da presidente?
“L’aver portato lui il primo Trapattoni che avviò un grande ciclo. Era stato un bel giocatore, ma non aveva ancora avuto modo di manifestare in pieno le sue doti di allenatore. La grandezza di Boniperti sta anche nell’intelligenza di scegliere uomini di quel livello”.
Lago di Pilato
7 anni fa
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