lunedì 1 ottobre 2007

Torino-Juventus 0-1. Le pagelle di Tuttosport

TORINO

Sereni 6,5: perfetto, fin dall’alba del match, con la deviazione in angolo su staffilata di Trezeguet. Poi, nella parte centrale della frazione, una presa sicura aerea su un’altra botta da fuori, questa volta di Palladino. Sicurezza dispensata anche sui cross. Quasi mai impegnato nella ripresa: solo una determinante smanacciata in anticipo, in mischia. Incolpevole sul gol.
Comotto 6,5: artiglia Nedved, raddoppia quand’è il caso, scuote la fascia con progressioni insidiose, copre e riparte con grintosa freschezza, ben organizzando discese e coperture con Paolo Zanetti. Da paura uno scontro con il ceco a inizio ripresa: ma il capitano non molla e ricomincia subito a caricare.
Natali 6: torna a lucidare la sua capacità di marcare e orchestrare i movimenti con proficuo effetto e consolidata personalità. Non corre praticamente mai pericoli, francobollando a dovere gli avanti bianconeri. A tradirlo­, all’improvviso, un guaio muscolare. --> Rubin 6: riecco il baby senza macchia e senza paura, decisamente più concreto e positivo rispetto a Parma. Opera da terzino sinistro (centrale diventa Lanna), firma subito un anticipo superbo in scivolata e una progressione fin sotto la Maratona, culminata in un cross puntuale per Ventola. E da quel momento replica in sequenza i tentativi di affondo, inguaiando qua e là Grygera.
Dellafiore 6: opera ora su Trezeguet ora su Del Piero con disinvoltura, rattoppando lui stesso a un errore commesso sul capitano della Juventus nel cuore del primo tempo: perde palla sulla trequarti, poi la va a recuperare poco prima che Del Piero potesse concludere. Strepitoso per come si distingue in due recuperi secchi all’inizio di una ripresa da incorniciare, fino alla sfortunata deviazione nell’azione del gol.
Lanna 6: torna titolare, deve subito prendere le misure su Palladino o Nocerino, pian piano cresce nella prestazione a forza di anticipi e qua e là prova pure a stantuffare. Da applausi un salvataggio semidisperato nel cuore dell’area, dopo la mezz’ora. Con l’uscita di scena di Natali diventa forzatamente centrale, come nella ripresa contro la Lazio, e non sbaglia nulla.
P. Zanetti 6: sulla destra davanti a Comotto sforna una prestazione positiva nell’aggressione degli spazi ai danni di Cristiano Zanetti e Nedved, partorendo poco dopo la metà del primo tempo una discesa impetuosa: e per poco Recoba non riesce a tradurre in porta il suo traversone basso. Grinta e costruttiva gestione della sfera. Colpito duro, deve essere sostituito. --> Motta ng.
Corini 6,5: scarica sul match tutta la voglia multipla di ex bianconero che da un... secolo, ormai, vive le sfide con la Juventus con animus pugnandi superiore. Ritrova il derby di Torino e mostra ritemprate virtù pedatorie e organizzative: si staglia nel cuore del gioco per la qualità e la quantità di palle strappate, girate o lanciate lungo, a destra come a manca. Il ritorno del centrocampo a 4 lo favorisce tatticamente, e si vede eccome.
Grella 6: perde male alcuni palloni, talora, ma eccelle per come assiste Corini, per come lo protegge, e per quella dote di mediano senza freni inibitori che lo porta a sacrificarsi di continuo in rincorse, raddoppi e anticipi ad hoc. Cristiano Zanetti ha pochi spazi per provare a far danzare la palla. E quando Del Piero rincula, l’australiano si occupa anche di lui. Al solito­ tra quelli che più ringhia e corre.
Barone 6: fatica a entrare nel match, partendo dalla sinistra ma accentrandosi spesso e volentieri per provare a sfondare - seppur invano - ­dalle parti di Cristiano Zanetti e Chiellini. Combatte senza pause, anche se non gli riesce il dribbling o la giocata particolarmente illuminanti. Pregevole anche la sua disposizione al sacrificio e alle coperture per frenare Palladino e Nocerino. Non trova la porta nel primo tempo: botta violenta, ma fuori.
Recoba 6,5: il Chino cresce e si infila a ripetizione tra gli spazi bianconeri, muovendosi in particolar modo sul centrosinistra ma non dando quasi mai punti di riferimento agli avversari. Catalizza palloni, non riesce a girarsi davanti a Buffon nel primo tempo da posizione defilata, in compenso gli fa bruciare le mani con una spingardata infingarda che il portiere, mezzo spaventato, respinge a fatica. E molto opera in fase di creazione, tra dribbling e smistamenti intelligenti.
Ventola 6: compresso tra Legrottaglie e Chiellini, non ha molte opportunità ma tiene comunque sempre in apprensione i difensori bianconeri, muovendosi e cercando sponde. Una sola vera opportunità, su un cross di Rubin: ma Buffon gli devia l’incornata in angolo. --> Bjelanovic ng.


JUVENTUS

Buffon 6.5: decisivo quando alza sulla traversa il velenoso colpo di testa di Ventola al 28’ del secondo tempo, abile anche se non elegante nel cavarsela con i piedi nell’unico altro vero pericolo corso dal portiere più forte del mondo. Per il resto­ è sostanzialmente spettatore e gran maestro di festeggiamenti nel finale.
Grygera 6: il suo derby è ­un compitino utile a dribblare l’infamia, ma lontanissimo dal meritarsi la lode. L’assenza di sbavature significative gli permette di agguantare la sufficienza, non di passare alla storia dei derby per spirito agonistico.
Legrottaglie 7: impressionante per l’autorità e la lucidità con la quale comanda la difesa, completando nella magia del derby la sua trasformazione da scarto estivo a perno insostituibile della fase difensiva: roba che la favola del brutto anatroccolo è ­una barzelletta in confronto. Si occupa saltuariamente di Ventola, evita che le incursioni di Recoba provochino troppi danni e si produce anche in un provvidenziale salvataggio al 31’ pt salvando Buffon nell’area piccola.
Chiellini 6.5: gladiatorio nell’interpretare il duello con Ventola all’insegna di un ruvidissimo agonismo. Come i predecessori dell’antichità, non conosce l’uso del fioretto. Dalle sue parti non si ricama, al limite si ara il terreno con gli scarpini. Il che spiega molto a proposito del fatto che sia stato preferito al tecnico, ma esile Criscito.
Molinaro 6: si dedica con trasporto ad aggredire la sua fascia e chi vi transita, senza risparmiare il fiato (quello suo) e le gambe (per lo più quelle degli avversari). La volenterosa ed efficace applicazione difensiva, non è­ però supportata da altrettanta precisione nello smistare i palloni che riconquista. Ha tuttavia l’indubbio merito di farsi trovare quasi sempre al punto giusto e azzeccare un paio di appoggi che innescano azioni pericolose.
Palladino 6.5: più ala destra che punta del tridente, il ragazzo conferma due cose: che non perde mai il derby (ruolino perfetto nelle giovanili bianconere) e che­ in un brillante stato di forma. Qualche imprecisione negli ultimi venti metri, ma una partita di sostanza e continuità, in un ruolo che sa interpretare ma non ne esalta in pieno le qualità. --> Salihamidzic ng.
Nocerino 7: un drago di agonismo, lucidità e tecnica. Va incontro agli avversari quasi volesse divorarli, si fa trovare ovunque, smista quasi sempre con intelligenza e, soprattutto, sputa fuoco per tutti i novanta minuti. Schierato nel cuore del centrocampo si dimostra decisamente più
efficace che relegato sulla fascia, conquistandosi in modo definitivo la maglia da titolare.
C. Zanetti 6.5: forma con Nocerino una coppia di vendicatori della notte in ronda dalle parti del centrocampo. Distribuisce mazzate con democratica equità a chiunque con la maglia granata provi a passare, ruba palloni in doppia cifra, si fa vedere anche sulla trequarti alla bisogna. Magari non sempre bellissimo a vedersi, ma indispensabile a questa Juventus. Esce dolorante. --> Almiron 6: agisce sulla falsariga del suo predecessore, senza essere altrettanto incisivo, ma presidiando con sufficiente concentrazione la zona.
Nedved 5.5: così moscio da non sembrare Nedved nel primo tempo, ringalluzzito nel secondo, sbaglia comunque tanto, forse troppo per uno con le sue qualità. Nel complesso, tuttavia, riesce a metterci del suo nell’animo da combattimento che la Juventus sfoggia ancora una volta, resistendo e credendoci fino all’ultimo sospiro. Questo, però, non è ­il vero Nedved.
Del Piero 6: gioca da capitano, gioca da derby, non gioca esattamente da Del Piero, nel senso che al di là di qualche spunto, gli manca la giocata decisiva e un po’ di continuità nell’arco dei novanta minuti, dove inanella anche qualche errore. Ma il cuore con cui porta avanti la squadra nel finale della partita, ovvero quando la Juventus la vince, gli permettono di considerare sua questa vittoria.
Trezeguet 6,5: la sua carriera è riassunta perfettamente in una partita. Pericolosissimo al primo minuto di gioco, quando sfiora il gol di destro. Poi scompare dal match, rispuntando al posto giusto e al momento giusto. Poco male che questo sia nel bel mezzo del recupero: il gol arriva e lo consegna alla storia come uno dei bomber decisivi negli ultimi minuti, ovvero come uno dei piclassici bomber da derby.


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