venerdì 10 agosto 2007

Intervista a Moggi: Moratti ha preso Chivu e Suazo con lo stesso metodo mio


Luciano Moggi lo hanno espulso dal calcio. C'è chi dice giustamente, c'è chi dice ingiustamente, c'è chi dice giustamente ma dovevano pagare molti di più. Tuttavia, non sono riusciti ancora ad imbavagliarlo. Prova ne è l'intervista rilasciata dall'ex direttore sportivo della Juventus ad Andrea Pavan, giornalista di Tuttosport.

Luciano Moggi: che lei abbia ancora qualcosa da dire, e sempre qualcosa da ridire, è ­cosa nota. Stavolta, più che altro, ha la possibilità di replicare: a Cobolli Gigli e soprattutto a Moratti. Guardando le loro esternazioni, ha solo l’imbarazzo della scelta. Per esempio, quella storia per cui Moratti non­ è mai più andato allo stadio di Torino per responsabilità oggettiva della Triade....
A parte che spesso ci è venuto, evidentemente a un certo punto ha capito che eravamo più forti e ha preferito evitare di assistere a sconfitte dell’Inter. Sembra sempre che Moratti, quando parla, dica solo delle verità, invece mica è ­così. Prendete la storia di Pato che a Forte dei Marmi sarebbe passato prima a casa sua: non era vero. L’ha smentito subito Galliani, del resto.

Massì, Moggi: era una battuta quella. Non scherzava invece dicendo che la Juventus ora è ­meno arrogante.
Spero non la voglia prendere in giro. La verità è ­che la Juve gli sta simpatica perché non è ­più competitiva: chiaro che può venire tranquillo a Torino, ora: con lo squadrone che ha, è sicuro che non perde. Lui scambiava per arroganza il fatto che noi avevamo le idee migliori, sul mercato: non scambiavamo Cannavaro per Carini, noi, né davamo Seedorf e Pirlo al Milan per fargli vincere il campionato e intanto fare delle plusvalenze, o lasciavamo partire Roberto Carlos per scoprirlo campione nel Real.

Moggi ­teneva in mano le redini del calcio: in effetti...
Io capivo, e capisco, di calcio: se questo vuol dire tenerne le redini, le tenevo. Non a caso Moratti ha fatto una grande squadra con due assi presi da me: Ibrahimovic e Vieira. Sempre non a caso, nella finale del Mondiale si affrontavano la Juve d’Italia e quella di Francia, compresi i fisioterapisti. E poi, scusate: Guido Rossi - quando l’hanno cacciato, chiaro - non ha detto che gli avevano impedito di fare ciò che voleva, che chi comandava prima comanda tuttora?.

Non­ è stata coinvolta in Calciopoli, l’Inter.
Alla Telecom avevano chiuso certe cornette. I pizzini si mandavano.

Per Recoba hanno pagato.
Mi viene da ridere. La giustizia sportiva parla di responsabilità oggettiva, davanti alla magistratura ordinaria hanno poi patteggiato per responsabilità diretta: eppure non­ è intervenuto nessuno per riaprire la pratica. Tutti zitti. E la smettano con ’sto rigore su Ronaldo: in quella partita schierarono un giocatore non tesserabile, e potevano perderla anche a tavolino.

Moratti ha preso Chivu e Suazo con il metodo Moggi.
Qui concordo. E’ buffo pensare che nei rapporti commerciali non ci siano accordi reciproci o non incida la volontà dei diretti interessati. Ciò che non è ­normale è ­che lui accusi la Juve per Cannavaro, per poi pigliare quei due con lo stesso sistema. Con la differenza che Chivu e Suazo erano al top di Roma e Cagliari, mentre Cannavaro manco giocava e loro volevano darlo via a tutti i costi. Io ero solo convinto di rivalutarlo, ritenendolo un campione: a differenza loro.

Nella Lega, in compenso, Juventus e Inter se la intendono oggi come ieri.
L’ho detto: quando ci sono questioni economiche di mezzo, l’unione si fa di colpo perfetta.

Detto degli affari loro, che dice degli affari tra loro?
Normale, se c’è convenienza reciproca. Diverso il caso Ibra-Vieira: lì la convenienza era solo da una parte. Avevano offerte - pure più cospicue - da tanti club stranieri: potevano evitare di venderli all’Inter, facendo addirittura una minusvalenza.

Emerson però non lo prende, Moratti: tre juventini sarebbero troppi, gigioneggia. Ci manca ancora che prenda pure Emerson: già così domineranno in Italia e credo anche in Europa. Dopodiché, questa storia di mercato mi dà ragione una volta di più. Con la dimostrazione implicita che Moratti una ne dice e un’altra ne pensa.

Qualora lo incontrasse, lei lo saluterebbe? Lui, per quanto lo riguarda, giura di sì.
Gli faccio uno sgambetto, se lo incontro: e pazienza se l’arbitro fischia rigore. Scherzi a parte, sarò ingenuo, ma io ho sempre considerato Moratti una persona eccezionale fuori dal calcio, perfino un amico. Bravo, buono, perbene. Il problema è ­che, nel calcio, 18 anni di astinenza lo hanno trasformato, inducendolo a straparlare. Come certi giocatori che, in campo, non riescono a contenersi, e fanno i fallacci.

Salterà mai fuori, un giorno, quel benedetto contratto che Moratti le avrebbe proposto anni fa?
Storia vecchia: chi l’ha visto ha parlato, e se n’è già discusso fin troppo. Moratti ha risposto: no comment. No comment anch’io.

Cobolli ha promesso: seduti vicini, io e Moratti, mai.
Qui ha ragione. Deve aver compreso di aver compiuto qualche errore di valutazione, con l’Inter, realizzando adesso che se Moratti sta un po’ lontano dalla poltrona sua, è meglio.

Nel caso, lei sarebbe pronto a sedersi nel mezzo? Così, se litigano, sanno con chi prendersela, e salvano la forma.
Li dividerei io, piuttosto. Alla peggio, li affronto entrambi. Ah, sarebbe una Triade eccezionale questa: pensate che foto�.


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1 commento:

Anonimo ha detto...

lucianone c manchi tanto ;-(

 
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