lunedì 16 luglio 2007

Ranieri: Sono passati per l'inferno, ora vogliono spaccare il mondo

Luca Pasquaretta, inviato del Messaggero, ha incontrato a Pinzolo Claudio Ranieri.

Da Testaccio alla panchina bianconera, da romano cosa si prova ad allenare la Juve?
Sono andato via da Roma quando avevo 23 anni. In 32 anni ho girato tanto, l'ho affrontata da giocatore e da allenatore, e l'ho anche battuta: nessuno ormai si ricorda più i 3 gol al Palanca ai tempi del Catanzaro. In questi casi, conta essere professionisti fino in fondo. Anche il più caldo tifoso della "Curva Sud" nella mia situazione non potrebbe comportarsi diversamente. La Juventus è una grande occasione, voglio viverla intensamente fino in fondo, è una sfida da vincere.

Non pensa che la rivalità fra Roma e Juventus si sia un pò assopita in questi anni?
Credo proprio di sì. Gli animi si sono raffreddati, i tempi di Turone sono ormai consegnati alla storia. Piuttosto, adesso, la grande avversaria è l'Inter. I nostri tifosi sentono in maniera particolare questa sfida, noi cercheremo di accontentarli, battendoli.


Fra pochi giorni è in programma la festa per gli 80 anni della Roma. Se dovesse essere invitato, si presenterebbe all'Olimpico?
Mi farebbe piacere, se arrivasse una chiamata e se fossi libero, perché dovrei rifiutare?

Prima Trezeguet e poi Blanc hanno parlato di Juventus da scudetto.
E' tutto ancora da vedere. In questo momento non voglio sbilanciarmi, la nostra realtà è anomala, non abbiamo metri di paragone. Inter, Milan e ci metto anche la Roma, hanno un punto di partenza e possono contare sulla continuità di un progetto. Da noi è tutto da costruire, però sono ottimista.

Guardando il calore della gente e l'entusiasmo dilagante di questi giorni, si è parlato di un paragone con la prima era Lippi. Vede qualche analogia?
Questo non lo so, ma sono sicuro che sia i campioni rimasti che i giovani e i nuovi arrivati hanno voglia di vincere. Qui c'è gente che ha vinto due scudetti sul campo e poi gli sono stati tolti, campioni del mondo che hanno conosciuto l'inferno e che adesso non vedono l'ora di spaccare il mondo. Nessuno alla Juve gioca per arrivare secondo, tanto meno adesso. Senza le Coppe abbiamo un vantaggio in più.

Della Juventus ha sentito parlare tanto dall'esterno, da dentro è diverso?
Me l'aspettavo così. E' una grande società che cura ogni minimo particolare. Ma la cosa incredibile sono i tifosi, questo calore continuo, avvolgente, straordinario ci sta dando una carica incredibile.

Il mercato è ancora aperto. E' contento del gruppo che la società le ha messo a disposizione?
Questi giorni saranno fondamentali per capire quanto valiamo e dove possiamo arrivare. Dopo le prossime amichevoli sapremo qualcosa di più. Con Nocerino, come ha detto Blanc, la squadra è fatta per il 99%, ma tutto può succedere. Stiamo monitorando il mercato e se ci capita l'occasione giusta, non ce la faremo scappare.

Lei a Parma ha fatto un lavoro superbo con i giovani, ottenendo risultati importanti. In questi primi giorni, chi l'ha impressionata di più?
Fra i giovani, Marchisio. E' un giocatore di qualità, ha un potenziale incredibile, un controllo palla eccellente e una personalità forte. Se non si perde per strada, ha tutte le carte in regola per diventare un campione.

Ha un modulo preciso con cui schiererà la Juventus?
Ho una rosa ampia e competitiva. Da sempre, da quando ero al Cagliari dal 1987 ho fatto tanti esperimenti. Questa squadra è abituata al 4-4-2, ma noi lavoreremo per trovare altri sistemi di gioco, magari cambiando in corsa, durante la stessa partita per mettere in difficoltà gli avversari.

A proposito di avversari, quando tornerà all'Olimpico da allenatore della Juventus, cosa proverà?
Mi è capitato già altre volte, io non tradisco le mie origini, ma sono un professionista: il cuore e i sentimenti li metterò in un cassetto.


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