sabato 14 luglio 2007

Nedved: Per me è importante essere juventino


Ecco l'intervista di Pavel Nedved rilasciata a Vittorio Oreggia di Tuttosport. Pavel parla a ruota libera, di tutto, senza peli sulla lingua. Anche dell'Inter, che ignominiosamente aveva offerto a Raiola (l'agente del ceco) un'offerta irrinunciabile... L'Inter si conferma una società vergognosa, che non ha paura di usare metodi illeciti e arroganti, grazie all'immenso potere politico di cui dispone. Soltanto Moggi era riuscito a ridicolizzarli. A volte lo rimpiango.

Signor Nedved, le chiediamo un atto di sincerità: pensava davvero di smettere e trascorrere l’estate davanti alla tv come un ex qualsiasi?
A un certo punto sì, perché amo troppo il calcio per restare a casa. Il punto era trovare ancora le motivazioni giuste per andare avanti. La Champions League lo è e lo sarà, perché si tratta di un obiettivo alla portata della nostra squadra­.

E allora per quale ragione non ha prolungato? In fondo, la coppa potrà giocarsela solo tra un anno...
Lo so, lo so. E, onestamente, la società mi ha offerto un rinnovo biennale, ma io preferisco disputare questa stagione e poi sedermi intorno a un tavolo per discutere senza pianificare il futuro.

Un passo indietro, ai giorni controversi della trattativa. Jean Claude Blanc, l’amministratore delegato, ha ammesso che il vostro contrasto era la conseguenza di una semplice questione di denaro...
Vero. Giuro che ho fatto di tutto per rimanere alla Juventus, nonostante abbia ricevuto offerte vantaggiose­.

Tra le quali quella dell’Inter...
Preferisco non parlarne, dell’Inter. Ogni estate il mio procuratore mi presenta le proposte che gli sono arrivate, io le valuto e decido. Vedete, per me è più importante giocare qui che da qualsiasi altra parte. Ecco il motivo per il quale sono felice della mia scelta, pur rinunciando a qualcosa. A volte si cambia maglia, a volte ci si accontenta ­.

L’offerta di Moratti era indecente?
L’anno scorso non ho voluto neppure ascoltare cosa mi raccontava Raiola, quest’anno le condizioni erano talmente vantaggiose che mi sono soffermato a riflettere. A calcio si gioca per la passione e per i soldi. Perché non volevo perdere la stima dei tifosi, l’amicizia dei compagni e dei dirigenti. Non a caso la situazione è ­ stata risolta in via amichevole, con una cena a casa mia assieme ad Alessio Secco, il direttore sportivo­.

Nedved con la maglia nerazzurra, un cazzotto nello stomaco...
C’è stato un compagno che mi ha detto: quei colori non ti avrebbero donato. Insomma, non mi vedevano bene. Ripeto: sono un uomo felice.

Il suo agente un po’ meno...
Mino era arrabbiato l’anno passato ed­ arrabbiatissimo adesso. Lui è ­davvero bravo a svolgere il suo mestiere ma sa che l’ultima parola spetta a me. Siamo così diversi che per forza di cose andiamo d’accordo­.

Sulla sua decisione hanno influito le conferme di Buffon e Trezeguet?
Con Gigi ci siamo sentiti al telefono in molte occasioni. Non credevo che sarebbe rimasto, ci speravo pochissimo. E’ un grande, il migliore del mondo­.

E la firma di Trezegol?
Dopo quel brutto gesto sono rimasto sorpreso. Ma la valutazione del club­ è stata di carattere pratico: siccome si discute di un attaccante eccezionale, ­è convenuto di più rifargli il contratto che acquistare un sostituto­.

Così com’è la Juventus le sembra competitiva?
Ci sono due discorsi da affrontare. Il primo riguarda noi, il secondo gli altri.

Voi...
Dopo la conquista della serie A ho sviluppato una valutazione: con quell’organico non saremmo mai riusciti a essere all’altezza della concorrenza. Ma al termine del mercato posso garantire che la squadra è ­abbastanza competitiva.

Solo abbastanza?
Potrebbe mancarci qualcosina. Siamo attrezzati per agganciare la Champions League, per lo scudetto invece serve un fuoriclasse. Ma i dirigenti hanno dichiarato che la campagna acquisti non è ­conclusa....

Ci vuole un innesto in difesa?
Difesa, centrocampo o attacco è ­fondamentale che sia un fuoriclasse. Non dimentichiamo che per noi­ è uno svantaggio dover assemblare una formazione praticamente nuova, soprattutto in difesa dove i meccanismi vanno registrati alla perfezione­.

Lei è uno di quelli che non desiderava rivedere nello spogliatoio Cannavaro?
No, sarei felicissimo se Fabio tornasse, malgrado sia dispiaciuto che certi giocatori abbiano abbandonato la Juventus in difficoltà.

Secondo discorso...
L’Inter ha due o tre giocatori per ruolo e la ritengo l’avversario da battere. Il Milan è reduce dal successo in Champions League: obiettivamente sarà dura­.

La conflittualità con i nerazzurri ha già raggiunto il livello di guardia...
Non c’è bisogno di calmare le acque... Noi abbiamo bene in testa cosa­ è accaduto la scorsa stagione e siamo consapevoli di voler prendere immediatamente la rivincita. Siamo belli carichi. Tutto, però, dovrebbe rimanere circoscritto al terreno di gioco.

Il clima­ è diverso in confronto all’estate passata...
C’era agitazione, nessuno sapeva cosa sarebbe accaduto, arrivi e partenze, la retrocessione. A proposito, alla resa dei conti abbiamo pagato solo noi... Ora­ tutto è più tranquillo, siamo concentrati sul lavoro.

Il campionato come sarà? Più vero?
Siamo al completo, c’è il meglio del meglio. Non so se sarà più vero rispetto a quello che si è appena concluso, sono sicuro piuttosto che sarà più emozionante­.

Ranieri che impressione le ha fatto?
Un bel tipo, molto simpatico. Un signore. Ci sta vicino, si sta guadagnando la nostra stima. Del resto, siamo sulla stessa barca­.

Con Deschamps ha mantenuto i contatti?
Sì ci siamo parlati. Mi dispiace che non abbia continuato il suo lavoro. Non conosco i dettagli della rottura, però Didier mi ha raccontato che non esistevano più i presupposti per andare avanti. Peccato.

E i nuovi?
Li devo conoscere per poter esprimere giudizi. Però sono contento per Iaquinta,­ un attaccante eccellente e ci servirà.

Ha già adottato il suo connazionale Grygera?
E’ un ottimo difensore, può giocare dappertutto anche se ritengo che dia il meglio nella posizione di centrale. Zdenek non ha bisogno dei miei consigli, è ­un professionista perfetto. Ci siamo scambiati alcune impressioni, mi pare sia strafelice di essere alla Juventus, il suo grande sogno finalmente si è realizzato­.

I dirigenti bianconeri hanno pensato a tutto, tranne che a individuare il suo sostituto...
C’è Palladino e c’è Marchisio. Sono due giovani promettenti, che devono giocare per accumulare esperienza­.

Torniamo a lei. Quando smette si dedicherà al settore giovanile della Juventus? Ho accennato a questo argomento con Secco, però non sta scritto da nessuna parte che debba farlo proprio alla Juventus.

Nedved, cambia spesso idea?
Ogni tanto sì, mi capita­.


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